Caro Manca
Penso che lei stia travisando totalmente il mio pensiero. Per cui sono costretto a spiegarmi con maggiori dettagli. Mi scusi per la lungaggine, ma è bene precisare, anche per gli altri.
Non discuto della libertà di non vaccinarsi, cioè di una decisione individuale sulla base alla prospettiva liberale sul diritto a ricevere o meno il farmaco.
Non discuto del rifiuto dell’obbligo vaccinale, e non del vaccino in sé, come quello operato da alcuni operatori sanitari sulla base dell’illegittimità costituzionale di imporre la vaccinazioni come requisito stesso per poter lavorare.
Non discuto dei dubbi sulla efficienza vaccinale del nostro sistema sanitario nella convinzione che la verità sugli effetti negativi venga nascosta o soppressa dall’establishment medico e politico, anche per favorire interessi economici sotterranei di alcune industrie farmacologiche straniere.
Non sono questi i livelli di discussione. Questi sono livelli socio-politici squisitamente giuridici, di cui non discuto. So però che la nostra Costituzione sancisce la libera manifestazione del proprio pensiero, e con essa anche il poter dire tutto ed il contrario di tutto. Quindi chiunque può farlo, ma ci sono dei limiti. Questi limiti sono previsti dalla stessa Costituzione quando si tratta di una questione di salute pubblica. La pandemia è una questione di salute pubblica e non si può pensare di propagare dati scientifici a casaccio, errati o inadatti, che vadano ad incidere direttamente o indirettamente sulla salute pubblica.
Quindi, manifestare è lecito. E’ un diritto sancito dalla costituzione. Diffondere dati falsi sui vaccini utilizzando il web, no.
Anche nella scienza il contraddittorio e la contestazione sono leciti, ma è un contraddittorio tra pari. Questo è universalmente sancito da secoli, a livello internazionale e mai cambiato. I singoli paesi non hanno nessun poter per interferire. Qualsiasi scoperta scientifica, cioè il fatto che una persona abbia dimostrato un qualcosina in più rispetto a quello che già si sa, viene presentata al mondo scientifico (non ai giornali o alla TV o su internet) sotto forma di un documento (articolo scientifico con numeri a dimostrazione) che è giudicato da esperti internazionali “alla pari” (da “referees” mediante “peer-review”), cioè competenti professionisti che hanno sul campo internazionale dimostrato quanto valgono. Non è un paese che li sceglie, sono i parametri scientifici che essi hanno espresso sul campo che li fanno di volta in volta scegliere da chi ne ha necessità.
Quando si dice che un vaccino non è sicuro o non efficace, e che la comunità scientifica ritiene insufficiente, sia dal punto di vista oggettivo sia dal punto di vista temporale, la sperimentazione eseguita, si passa ad un livello totalmente diverso dalla politica, dalla contestazione, dalla libertà individuale, dal diritto al lavoro, si entra nel campo della conoscenza umana. Dove per conoscenza umana si intende il sapere acquisito in ogni settore delle attività umane con il metodo scientifico.
Quindi, quando si vuole parlare di vaccini, bisogna avere un livello di conoscenza di medicina, di basi molecolari della vita, della struttura e funzione dei vaccini, dei virus, dei meccanismi molecolari attraverso cui i virus attaccano le cellule degli organismi, uomo compreso, insomma, bisogna essere dei professionisti titolati e certificati con dimostrate competenze. Qui non parliamo della laurea, che è solo il punto di partenza, parliamo della competenza e professionalità che si acquisisce in anni e anni di attività in cui la propria esperienza è messa alla prova in un continuo confronto con la realtà giornaliera e che viene anche riconosciuta.
Non mi permetterei mai di contestare la conoscenza, per esempio, di un orafo (orafo = progettista e attuatore di monili artistici unici). L’orafo applica i suoi metodi, acquisiti da millenni e millenni di esperienze pregresse, che sono altrettanto scientifici come i metodi che usa un istologo nel preparare i vetrini per il microscopio, o un biochimico nel preparare una soluzione di un enzima, non c’è nessuna differenza. L’orafo, guardando un monile è in grado di darne una valutazione se fatto ad arte, se durerà nel tempo, se è falso o no. Cosa che io non saprei fare.
Allora, perché dovrei discutere di vaccini e virus con gente che non ha alcun titolo per parlarne? Che esprime ritrosia a voce alta, ma non è in grado di reggere una discussione, né di spiegare e “quantificare” i motivi scientifici di questa ritrosia?
Nel momento in cui ci si impegna nell'ambito di un dibattito molto acceso e dai toni duri sui vaccini e sulla loro efficacia, occorre anche avere precise conoscenze per rispondere a tono e con competenza, altrimenti la mancata conoscenza, malamente diffusa, può indurre altri a seguirla. I fatti (cioè i numeri) dicono, indipendentemente da tutte le nostri possibili personali discussioni e argomentazioni, che oggi, come nel 2019, stanno morendo a migliaia i non vaccinati, in Italia come in Sud America o in India o in Russia o altrove. Fino ad oggi sono morti circa 5 milioni di esseri umani. Deve essere chiaro che con questo virus si muore e non è umanamente lecito scherzare o fare propaganda come se fosse una competizione elettorale o una contestazione politica. Propagare notizie biomediche scientifiche senza prove né competenza, non è un problema di libertà, è un problema etico, perché si colpisce la condizione umana, e si va contro tutti i principi che caratterizzano l’essere umano. Il singolo sbagli pure, ma senza indurre gli altri a farlo.
Quando parlo di testa vuota, parlo di testa vuota di conoscenza scientifica, non di altro. Non mi permetterei mai di criticare le sue specifiche competenze professionali. Ma, se lei non mi porta validi argomenti sul livello dove si contestano professionalmente i vaccini, ma usa solo slogan o riporta cose ambigue e inesatte dette da altri e senza adeguate prove, e per motivi lontani da quelli scientifici, non può discutere dei vaccini e sulla loro efficacia.
Concludo dicendo che non ho problemi a dibattere di vaccini o anche dei meccanismi molecolari utilizzati dai virus per colpirci, o anche di altro, ma solo se gli altri lo fanno anche essi con altrettanta competenza e professionalità. Spero che comprenda ed, eventualmente, se ritiene, possiamo anche discutere su quanto accade, ma solo se impostato su basi corrette. Circa la critica alla valenza di studi scientifici è una pratica correttissima se fatta su precise basi scientifiche e con adeguata competenza. Pensi che tutte le riviste internazionali, per ogni singolo studio scientifico pubblicato, permettono sempre la contestazione da parte di tutti, purchè motivata. Per cui, l'ISS non ha nessun potere di interferire sui commenti scientifici fatti a lavori scientifici, può solo, se vuole, rispondere sullo stesso piano, ma sempre con motivate argomentazioni scientifiche.
Un saluto