Infarto miocardico

giu122012

Non è detto che il colesterolo HDL protegga dall’infarto

Alcuni meccanismi genetici che aumentano l’HDLc non sembrano abbassare il rischio di infarto del miocardio (IM). Questi dati contraddicono il concetto che aumentare l’HDLc significhi automaticamente ridurre il rischio di IM, ed emergono da un ampio studio...
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mag212012

Traffico, rumore e infarto, il Parlamento europeo intervenga

50mila decessi e 250mila casi di problematiche cardiache associabili al rumore: il 26 aprile, in occasione dell’International noise awareness day, è stato lanciato un allarme sui concreti rischi per la salute legati al rumore generato dal traffico cittadino....
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mag212012

Smentita relazione tra gengivopatie e malattie cardiovascolari

Il legame causa-effetto tra gengivopatie e patologie cardiovascolari, frequentemente citato negli ultimi anni sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, non trova conferma in un nuovo, ampio studio epidemiologico realizzato dalla American...
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apr302012

Sospetta sindrome coronarica: con angioTac dimissioni più sicure

Nei reparti di emergenza - dove è elevato il numero di ricoveri per sospette sindromi coronariche - l'impiego dell'angioTac, dall'alto potere predittivo negativo, nei soggetti a basso-medio rischio aumenta le dimissioni sicure. La strategia, messa...
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apr62012

Fattori predittivi di sopravvivenza nei soggetti con infarto

Un gruppo di cardiologi italiani ha identificato 4 fattori critici per la prognosi a lungo termine dei pazienti infartuati: il tasso di filtrazione glomerulare, il rapporto di escrezione albumina/creatinina, una storia di angina e un pregresso infarto miocardico
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mar232012

Pci: bolo di abciximab intracoronarico meglio dell'endovenoso

Nei pazienti con infarto miocardico con sovraslivellamento del tratto St (Stemi) avviati a intervento coronarico primario percutaneo (Pci), la somministrazione intracoronarica o in bolo per via endovenosa di abciximab si equivalgono sotto il profilo dell'endpoint...
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mar192012

Post-infarto, l’evoluzione della terapia

Con circa 130.000 ricoveri ospedalieri all’anno e un tasso di mortalità che può arrivare al 10%, la Sindrome coronarica acuta (Sca) rappresenta una condizione patologica tra le più gravi e con un impatto sociale rilevante, in particolar modo per gli anziani....
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mar92012

Cardiosfere infuse nelle coronarie riducono l'area infartuale

L'infusione intracoronarica di cellule autologhe derivate da cardiosfere (Cdc, sfere di cellule staminali proliferanti di origine miocardica) nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico, è sicura e determina, a distanza...
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mar22012

Infarto meno ampio con abciximab precoce

La somministrazione precoce di abciximab non porta a ottenere una minore area infartuale - verificata alla Rm con contrasto dopo 6 mesi dall'intervento coronarico percutaneo (Pci) - tranne nei pazienti con più lunghi tempi di trasporto, in cui si associa...
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feb272012

Danno renale acuto nell'infarto: dal 2000 incidenza in calo

Negli Stati Uniti l'incidenza del danno renale acuto (Aki) nei pazienti ospedalizzati per infarto miocardico acuto (Ima) è diminuita significativamente tra il 2000 e il 2008, nonostante il crescente invecchiamento della popolazione e l'aumento dei fattori...
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