L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità per venetoclax, per i pazienti con Lma di nuova diagnosi non idonei alla chemioterapia intensiva standard (potenzialmente il 40% del totale della popolazione affetta dalla malattia, con circa 3.300 nuovi casi ogni anno in Italia). L'Aifa ha approvato la rimborsabilità per il farmaco in combinazione con un agente ipometilante, l'azacitidina. Venetoclax - che ha ricevuto dall'agenzia la designazione di innovatività (con relativo inserimento nel Fondo dei farmaci innovativi, che garantisce un accesso rapido e uniforme alla molecola a livello sia regionale che dei singoli centri) - in combinazione con azacitidina ha dimostrato una sopravvivenza globale più protratta, tassi di remissione più elevati e risposte rapide e durature. «La Lma è una patologia ematologica aggressiva, estremamente eterogenea, caratterizzata dalla proliferazione incontrollata di cellule immature del midollo osseo, i blasti, con uno sviluppo molto rapido» ha sottolineato Maria Teresa Voso, docente di Ematologia all'Università Tor Vergata e responsabile del laboratorio di Diagnostica avanzata oncoematologica del Policlinico Tor Vergata di Roma. «La diagnosi avviene di solito in seguito alla valutazione di anomalie dell'emocromo ed è confermata da indagini più specifiche che richiedono la valutazione del midollo osseo tramite agoaspirato. L'età media alla diagnosi è di 69 anni e i pazienti anziani o fragili, perché colpiti da altre patologie, non sono in grado di tollerare la chemioterapia intensiva standard seguita dal trapianto allogenico di cellule staminali, se indicato. In questi casi la terapia si basa su agenti ipometilanti che hanno peraltro dimostrato di indurre basse percentuali di risposta, in non più del 20% dei casi, con una sopravvivenza intorno a 10-12 mesi». Venetoclax - continua Voso - riattiva l'apoptosi, cioè la morte programmata delle cellule neoplastiche, attraverso un'inibizione selettiva e potente di Bcl-2 (B-cell lymphoma-2), una proteina che consente la sopravvivenza delle cellule tumorali. «Venetoclax» aggiunge «svolge inoltre un'attività sinergica con gli stessi agenti ipometilanti, aumentando indirettamente la sensibilità all'inibizione di Bcl-2». Nell'incontro di Roma si è inoltre sottolineato come la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi attualmente si attesti intorno al 28%, con percentuali inferiori nei pazienti non idonei alla chemioterapia intensiva, di cui soltanto il 5% è vivo a 5 anni. È stato anche ricordato che, nello studio registrativo Viale-A, condotto su oltre 400 pazienti con nuova diagnosi non idonei a chemioterapia intensiva, il trattamento combinato venetoclax più azacitidina si è dimostrato più efficace rispetto all'impiego della sola azacitidina. «La sopravvivenza globale mediana è stata di 14,7 mesi rispetto a 9,6 mesi» ha specificato
Giovanni Martinelli, direttore scientifico dell'Istituto romagnolo per lo studio dei tumori 'Dino Amadori' - Irst Irccs, di Meldola (Forlì-Cesena). «Il follow-up a lungo termine dello studio, a 43,2 mesi, ha confermato questo vantaggio in termini di sopravvivenza, con una riduzione del rischio di morte del 42%. Inoltre, la remissione completa ottenuta con venetoclax più azacitidina è risultata due volte superiore (66%) rispetto alla sola azacitidina (28,3%). Da sottolineare ancora che le risposte sono state rapide e durature. Infatti, circa la metà dei pazienti trattati ha ottenuto la remissione completa già prima dell'inizio del secondo ciclo, con una durata mediana della risposta di 17,5 mesi». Questi risultati, ha fatto notare Martinelli, «hanno un rilevante significato clinico, perché per la prima volta è stato possibile ottenere remissioni complete senza ricorrere alla chemioterapia. I dati sono confermati anche nella 'real life', cioè nella pratica clinica quotidiana, come evidenziato da uno studio italiano, denominato Avalon, condotto su 190 pazienti. A un follow-up di 20,9 mesi, la mediana di sopravvivenza è stata pari a 12,7 mesi nei pazienti di nuova diagnosi, simile a quella registrata nello studio Viale-A». «Rispetto al giovane adulto, la malattia nell'anziano ha caratteristiche prognostiche sfavorevoli perché quest'ultimo è più resistente alla chemioterapia» ha affermato
Felicetto Ferrara, direttore dell'Ematologia all'Ospedale Cardarelli di Napoli. «Di qui le difficoltà di ottenere in questa popolazione la remissione completa e una sopravvivenza a lungo termine. Grazie agli strumenti di 'early access', cioè di accesso precoce ai trattamenti, questa terapia innovativa è stata resa disponibile in Italia un anno prima dell'approvazione europea e tre anni prima della rimborsabilità nel nostro paese. L'Aifa infatti» ha spiegato Ferrara «nel marzo 2020, su richiesta della comunità scientifica e delle associazioni dei pazienti, ha inserito venetoclax nell'elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge n.648 del 1996, per il trattamento della Lma in pazienti non idonei alla chemioterapia di induzione». Grazie al programma di 'early access' - ha sottolineato Ferrara - sono stati trattati oltre 2.000 pazienti prima dell'approvazione della rimborsabilità, con risultati sovrapponibili a quelli ottenuti nello studio registrativo. «La Lma è uno dei tumori del sangue più difficili da trattare e la presa in carico tempestiva del paziente ematologico è fondamentale» ha detto
Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail (Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma). «Il momento della comunicazione della diagnosi è caratterizzato da emozioni quali paura, sconforto, rabbia, preoccupazione. Per questo è necessaria un'assistenza sempre più integrata e multidisciplinare che, insieme all'ematologo e all'infermiere, comprenda anche lo psicologo (una figura centrale nel supporto al paziente che, come Ail, intendiamo rafforzare sempre di più), il nutrizionista, il palliativista e l'infettivologo. «Il nostro sistema sanitario universalistico garantisce a tutti i pazienti l'accesso alle cure» ha dichiarato
Tilde Minasi, presidente dell'Intergruppo parlamentare 'Oncologia: prevenzione, ricerca e innovazione' e membro della Commissione affari sociali del Senato. «Per le persone colpite da Lma è fondamentale il potenziamento dell'assistenza domiciliare, previsto anche dal Piano oncologico nazionale 2023-2027».