L'epidemia continua a correre e ad aumentare la pressione sugli ospedali. Tutte le curve fanno registrare percentuali superiori a quelle della scorsa settimana: crescono dell'8% i nuovi casi, gli attualmente positivi aumentano del 12% e in un mese è quasi raddoppiato il numero medio dei nuovi ingressi/die in terapia intensiva. Sul fronte vaccini la situazione è ancora peggiore, a due settimane dalla fine del primo trimestre manca all'appello il 45% delle dosi, quasi la metà dei vaccini previsti. È il quadro che emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 10-16 marzo.
L'accelerazione della vaccinazione di massa registrata nelle ultime settimane ha subìto un'inevitabile battuta d'arresto dopo il blocco precauzionale e temporaneo del vaccino AstraZeneca, «un episodio increscioso», lo definisce
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, al quale «oltre ai rallentamenti nelle somministrazioni» potrebbe essere legato «il rischio effetto boomerang figlio di una comunicazione istituzionale inadeguata e di una decisione più politica che scientifica». L'aumento dei casi attualmente positivi, ben 536.115 contro i 478.883 della scorsa settimana, si riflette sulle curve relative ai servizi ospedalieri: l'occupazione dei posti letto di area medica da parte di pazienti Covid supera in 9 Regioni la soglia di allerta (>40%). Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l'occupazione da parte di pazienti Covid supera il 30% in 13 Regioni: in particolare, in 5 Regioni (Toscana, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise) è ≥40% e in altre 5 è ≥50% (Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Marche, Prov. autonoma di Trento). «Il sovraccarico ospedaliero - commenta
Renata Gili, responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - oltre a rendere più complessa l'assistenza dei pazienti Covid, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid». A preoccupare è anche il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: «In 4 settimane - spiega
Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260».
Per quanto concerne i vaccini, dal report emerge che delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 17 marzo risultano consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco più della metà di quelle previste. Per rispettare le scadenze contrattuali fissate 31 marzo rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane, «l'Europa - sostiene Cartabellotta - deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture, pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi». Il presidente della Fondazione Gimbe si sofferma su «tre ragionevoli certezze» che documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, «la terza ondata è ripartita da un "altopiano" determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di 3 settimane dall'introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?».