Otto italiani su 10 oggi prestano più attenzione al loro stato di salute e alla prevenzione rispetto al passato e più di tre su 10 (35%) intendono vaccinarsi contro l'
influenza stagionale in arrivo che potrebbe essere di media intensità, con un numero compreso tra 4 e 6 milioni di casi, ma ciò dipende da quanti si vaccineranno con l'antinfluenzale. Questi i temi emersi nel corso dell'evento web "Influenza e Covid - tra varianti e variabili", organizzato da Assosalute.
I dati sono quelli raccolti dall'Istituto di ricerche Human Highway, e dicono che se lo scorso anno, il 38,3% (vs il 14,6% del 2019) degli intervistati ha detto che avrebbe voluto vaccinarsi, anche quest'anno domanda rimane alta, con un 35% di italiani vorrebbe potersi vaccinare in questa stagione influenzale: quindi la vaccinazione antinfluenzale per molti diventa una consuetudine. E chi la sceglie vuole facilitare la diagnosi rispetto al Covid, evitando che i sintomi si confondano, ma anche evitare di contagiare gli altri. C'è una soglia di attenzione maggiore anche rispetto ai sintomi influenzali, anche lievi: il 23% degli italiani, e la percentuale cresce tra gli anziani, si mette subito in allarme a primi segnali e il resto della popolazione aspetta sintomi importanti prima di allertarsi e chiamare il medico. L'andamento della prossima stagione influenzale «dipenderà anche da quanti si vaccineranno per l'influenza - ha sottolineato
Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi di Milano. -. Potrebbe essere di media intensità, con un numero compreso tra 4 e 6 milioni di casi: sono numeri indicativi per dire che probabilmente non sarà una stagione pesantissima, come le ultime che precedettero il disastro del Covid». «Lo scorso anno l'influenza non si è vista in Italia e anche l'estate passata, nell'emisfero australe, non c'è quasi stata circolazione. Questo grazie all'utilizzo delle misure anti-Covid: distanziamento, mascherine, lavaggio mani, areazione degli ambienti».
Ma queste attenzioni «potrebbero diminuire nel tempo, causando così anche una maggior circolazione di diversi virus. Per questo è importante il vaccino. Non solo quello contro l'influenza e il Covid, ma anche quello per altre malattie respiratorie, come l'anti-pneumococcico per gli anziani e l'antipertosse nei bambini». Il virologo ha spiegato che quest'anno la 'coabitazione' del virus influenzale con il virus pandemico invita ad una ancora maggiore prudenza. Per esempio, anche per coloro che hanno ricevuto il vaccino contro il Sars-Cov-2 è fondamentale la prevenzione: «In caso di sintomi influenzali, infatti, anche questi, dovranno comunque effettuare un tampone. Inoltre, chi ha ricevuto entrambi i vaccini non può escludere di ammalarsi dato l'alto numero di virus parainfluenzali in circolazione. Il vaccino antinfluenzale, infatti, protegge dai virus influenzali prevalenti in una data stagione ma non copre l'organismo dai tanti virus che provocano sindromi da raffreddamento come il semplice raffreddore».
Anche
Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) ha rilanciato l'appello a vaccinarsi contro l'influenza: «I 19 milioni di vaccini antinfluenzali che le regioni hanno prenotato, vanno somministrati». In caso di sintomi influenzali, va segnalato al proprio medico il quale, già a un primo colloquio telefonico, potrà fornire indicazioni e consigli. «È, inoltre, raccomandato evitare gli spostamenti, o meglio rimanere a casa, possibilmente isolandosi, per limitare il più possibile i contatti con le altre persone, in forma preventiva». Una volta escluso con sicurezza il sospetto di Covid, «il trattamento raccomandato in caso di influenza è quello dell'automedicazione responsabile. I farmaci senza obbligo di ricetta, se utilizzati in modo corretto, possono essere alleati preziosi. No, quindi, agli antibiotici se non su espressa indicazione medica, sì invece agli antipiretici. Anche questi ultimi, però, non vanno assunti sempre e a prescindere». L'obiettivo, conclude Cricelli, deve essere «attenuare i sintomi influenzali e tenerli sotto controllo, senza "coprirli", così da poter monitorare l'evoluzione della malattia».